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A VOLTE LE COSE PIU’ PICCOLE LASCIANO I RICORDI PIU’ GRANDI

La Mano di Casa Figallo a Bologna: storia, curiosità e come trovarla

Passeggiare per Bologna è come sfogliare le pagine di un libro illustrato pieno di storie, simboli e misteri. Alcuni sono noti a tutti, come le Due Torri o la Finestrella di via Piella. Altri, invece, si rivelano solo a chi ha lo sguardo attento e la curiosità di chi non si accontenta delle solite mete. È il caso della Mano di Casa Figallo, un dettaglio quasi invisibile ma capace di catturare l’immaginazione di chi lo scopre.

Incastonata tra i mattoni di un antico palazzo in Strada Maggiore, questa piccola scultura rappresenta proprio quello che il nome suggerisce: una mano umana, che spunta dalla parete come a voler salutare, o forse a lanciare un messaggio muto ai passanti. Nessun cartello ne segnala la presenza, ed è proprio questo a renderla così affascinante: si rivela solo a chi la cerca davvero, oppure a chi ci inciampa per caso, lasciandosi poi sorprendere.

In questo articolo andremo a scoprire la sua storia (o meglio, le sue storie), il modo per trovarla e le curiosità legate al luogo in cui si trova.
Preparati a guardare Bologna con occhi nuovi.

Storia e leggende della Mano di Casa Figallo

Origini incerte, racconti popolari, ipotesi simboliche: da dove nasce questa strana scultura incastonata nel muro?

La Mano di Casa Figallo è uno di quei dettagli che sembrano usciti da un romanzo gotico o da una favola urbana. Nessun documento ufficiale ne spiega con certezza l’origine, e proprio questa mancanza ha alimentato nel tempo una serie di leggende e interpretazioni più o meno fantasiose. Ciò che è certo è che si trova murata in una parete di un edificio seicentesco situato lungo Strada Maggiore, uno dei principali assi storici del centro bolognese. La scultura raffigura una mano destra in ferro (o pietra, o secondo alcuni in gesso trattato), sporgente dal muro con le dita leggermente piegate. Non è un’opera recente né tanto meno frutto di arte urbana contemporanea: la sua presenza è documentata almeno da diversi decenni.

Ma cosa rappresenta? Una delle leggende più popolari narra che si tratti della mano di un ladro sorpreso mentre cercava di introdursi nell’edificio e punito in modo esemplare: murato vivo nel punto in cui fu catturato. Una variante di questa leggenda vuole che la mano sia l’ultimo frammento visibile del corpo, lasciato come monito per i malintenzionati.

Altri racconti popolari parlano di una giovane serva accusata ingiustamente di furto, la cui mano fu “condannata” a rimanere esposta come simbolo di vergogna eterna. Entrambe le storie, sebbene drammatiche, non hanno riscontri storici ma vivono grazie alla forza del passaparola e del fascino che suscitano nei turisti e nei bolognesi più attenti.

C’è anche chi ha proposto letture più simboliche. Alcuni studiosi dell’arte e della simbologia medievale vedono nella mano un riferimento massonico o esoterico, un segno di protezione o di appartenenza, oppure una firma “non scritta” lasciata da chi progettò l’edificio. In effetti, l’uso di simboli scolpiti o nascosti non è raro nell’architettura del passato, e Bologna ne è piena.

La voce più accreditata è che sia un antico segnale stradale in ferro battutto, molto particolare, che con il dito indice indica la direzione della via Emilia, la strada romana fatta costruire dal console Marco Emilio Lepido per collegare Placentia (Piacenza) ad Ariminum (Rimini), passando naturalmente per Bononia (Bologna).

Qualunque sia la verità, la Mano di Casa Figallo continua a incuriosire e a suscitare domande. È il tipo di dettaglio che si porta dietro un’aura di mistero, che stimola la fantasia e rende ogni passeggiata nel centro storico un po’ più affascinante.

Come trovarla: alla ricerca della Mano in Strada Maggiore

Trovare la Mano di Casa Figallo a Bologna può sembrare facile — dopotutto si trova in pieno centro storico, lungo una delle strade più battute dai turisti — ma in realtà, è una vera “caccia al tesoro”. La sua posizione defilata, l’altezza inusuale e la mancanza di segnaletica ufficiale la rendono un dettaglio che molti passano davanti senza notarlo. Ma con qualche dritta, sarà impossibile perderla.

La mano è murata su Casa Figallo, all’altezza del civico Strada Maggiore 16, sul lato sinistro della strada in direzione delle Due Torri.

Si trova a circa due metri da terra, incastonata nella parete dell’edificio a fianco del portone d’ingresso, leggermente arretrata rispetto alla linea dei palazzi adiacenti. La scultura è piuttosto piccola — poco più grande di una mano reale — ed è di colore chiaro, a contrasto con l’intonaco grigio e rosato della facciata, ma comunque non spicca a una prima occhiata.

Per trovarla più facilmente, ecco qualche riferimento utile:

  • Arrivando da Piazza Santo Stefano, cammina lungo Strada Maggiore verso le Due Torri. Poco prima di incrociare via San Vitale, guarda a sinistra: vedrai una casa con un elegante portone in legno scuro. Sopra, c’è un balconcino in ferro battuto. È lì che devi guardare.
  • La mano si trova sulla parete tra il balconcino e il portone, a sinistra rispetto all’ingresso, incastonata in un blocco di intonaco più chiaro.
  • Se visiti la zona nel tardo pomeriggio, la luce obliqua del sole aiuta a evidenziarne i contorni.

Un trucco? Porta con te una piccola torcia o usa la torcia del telefono: puntandola sulla parete potrai notare meglio i rilievi. Oppure, segui i curiosi: se vedi qualcuno fermo con il naso all’insù che fotografa la parete, è probabile che l’abbia trovata.

La Mano di Casa Figallo è uno di quei piccoli segreti che rendono Bologna così affascinante: invisibile agli occhi distratti, ma pronta a farsi scoprire da chi ama osservare davvero.

Strada Maggiore: curiosità, palazzi e dettagli nascosti

Un contesto denso di storia: perché questa strada è così importante nel tessuto urbano bolognese?

Strada Maggiore è una delle vie più antiche e affascinanti di Bologna, un corridoio di pietra e portici che collega il cuore della città alle sue radici più profonde. Percorrendola, si cammina letteralmente sulla storia: già in epoca romana, questa direttrice costituiva una delle vie principali d’accesso alla città, parte dell’antico tracciato urbano che attraversava Bologna da est a ovest.

Oggi, Strada Maggiore conserva tutto il suo fascino secolare. Stretta ma ariosa, impreziosita da portici eleganti e palazzi nobiliari, è un museo a cielo aperto. Qui sorgono edifici storici di grande pregio, come Palazzo Davìa Bargellini, che ospita anche un interessante museo d’arte decorativa, e Palazzo Hercolani, un magnifico esempio di architettura barocca. Ma è anche una strada vissuta, attraversata ogni giorno da studenti, turisti e bolognesi che vanno e vengono dalle loro occupazioni.

Le curiosità non mancano. Proprio a metà della via, poco dopo l’incrocio con via Guerrazzi, si trova la Chiesa di Santa Maria dei Servi, un luogo di culto sorprendente, con un portico tra i più lunghi e suggestivi della città. E poi ci sono le tracce più intime e nascoste: affreschi sbiaditi sui soffitti dei portici, antichi battenti in ferro battuto, insegne storiche di botteghe che sembrano uscite da un’altra epoca.

Tra le chicche per gli occhi più attenti, oltre alla Mano di Casa Figallo, si può notare la statua di San Petronio, patrono di Bologna, in una nicchia poco sopra il livello della strada, che veglia discreto sul passaggio dei cittadini. Più avanti, verso le Due Torri, si trovano resti di antichi portali e finestre murate, testimonianza dei mutamenti architettonici nei secoli.

La magia dei dettagli che sfuggono al primo sguardo

Bologna è una città che si svela a chi ha occhi per vedere. Non urla, non si mette in mostra con ostentazione: preferisce sussurrare, lasciare indizi, offrire dettagli minuscoli e sorprendenti a chi è disposto a rallentare il passo. La Mano di Casa Figallo ne è un perfetto esempio: piccola, nascosta, apparentemente irrilevante, eppure capace di accendere la curiosità e l’immaginazione di chi la scopre.

Nel cuore di una delle strade più antiche e prestigiose della città, questa mano in pietra incastonata nel muro ci ricorda che le città non sono fatte solo di monumenti celebri e piazze affollate, ma anche — e forse soprattutto — di dettagli. Dettagli che parlano di storia, di artigianato, di passaggi umani, di leggende mai del tutto dimenticate.

Scoprire questi particolari è come aprire piccole finestre su un mondo parallelo: un mondo in cui ogni angolo ha una storia, ogni muro conserva una traccia, ogni via può nascondere un enigma. È il modo in cui Bologna premia i curiosi, i viandanti senza fretta, coloro che si prendono il tempo di alzare lo sguardo o abbassarlo quel tanto che basta per notare qualcosa di diverso.

La Mano di Casa Figallo, nella sua enigmaticità, diventa allora un simbolo: un invito a osservare la città non solo con gli occhi, ma anche con lo stupore. A non accontentarsi della superficie, ma a esplorare ciò che sta appena oltre il visibile.

Perché spesso sono proprio le cose più piccole a lasciare i ricordi più grandi. E Bologna, in questo, è una maestra d’arte e meraviglia.

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